TRICASE – Anche se occorre leggere più volte la sua raccolta di poesie per riuscire a entrare in sintonia con il suo stile e a orientarsi tra le tematiche, non è difficile descrivere “Appannate visioni”, esordio letterario del giovane Pasquale Geusa. Con un semplice linguaggio, colui che legge la raccolta si trova immerso in un mondo descrittivo.
Poesie da leggere riga dopo riga, centellinando le parole e la loro armoniosa musica, lasciandosi trasportare dalle immagini che Geusa disegna attraverso le parole. Non segue un ordine temporale cronologico, né descrittivo. Ci si trova immersi in un’opera molto personale e molto istintiva.
L’organizzazione dei versi non segue alcun schema precostituito, propulsore dello scrivere è la necessità di esprimersi e ciò si manifesta in tutta la sua veemenza. Il linguaggio è veloce, intenzionalmente, semplice e senza una specifica ricerca letteraria. Una raccolta di poesie in cui Geusa esterna tutte le sue passioni, attraverso varie emozioni, con uno stato d’animo solitario, alla ricerca di sé, di una nuova personalità con una semplicità sostanziale e intrinseca.
Dai testi si percepisce la passione dell’autore per i cantautori italiani, la sua attenzione alla natura e al vivere quotidiano. Testi di brevità diversa, nelle quali trova una cadenza ricorrente, ben ritmata, a volte quasi melodiosa. Poesie che descrivono episodi di vita, presentate come considerazioni e reminiscenze segnate da leggera malinconia, ma dove si avverte, celata, la volontà di ridestarsi, di sciogliersi, per ritornare a una vita serafica.