“Lo tsunami salvifico della Procura di Lecce ha riportato la questione del disseccamento degli ulivi sui giusti binari.
Ci lasciamo alle spalle una brutta pagina per questo territorio, che tuttavia, grazie alla suo popolo, ha dimostrato di saper resistere a norme e prescrizioni autoritative basate su macroscopici errori di valutazione.
I tempi sono maturi per riconoscere al disseccamento degli ulivi la grande opportunità di parlare ed affrontare i problemi fondamentali che affliggono il nostro territorio.
Possiamo farlo senza quella iattura dello stato di emergenza che, artatamente messo in piedi, ha minato l’immagine e l’economia di un territorio. Non si sprecheranno più soldi pubblici dietro inutili interventi di eradicazione.
Ma rimane la questione fondamentale: cosa fare e come fare per salvaguardare il nostro patrimonio territoriale?
La Regione Puglia non potrà più sbagliare, l’azzeramento volontario del comitato tecnico regionale, per la verità richiesto dal sottoscritto ad inizio legislatura, deve ora lasciare spazio ad un gruppo di lavoro indipendente che si prefigga obiettivi ricognitivi e indagini specifiche sulle evidenze multidimensionali del fenomeno.
Si dovrà comunque procedere ad una nuova strategia di contenimento del CoDiRo che preveda nell’immediato come caposaldo nel contenimento della malattia il ricorso a potature fitosanitarie frequenti, da attuare ogni 3-4 mesi, e non ogni due anni come prevedeva il nefasto piano Silletti.
Dovranno essere effettuati monitoraggi costanti in campo e sapere a quale distanza effettuare il taglio del ramo o della branca, a tal proposito sarà importante definire la velocità di movimento
dell’inoculo sia esso fungino o batterico.
Il Governo regionale deve quindi canalizzare le risorse in questo senso, formando sul campo giovani esperti potatori e tecnici creando così anche occupazione. Investire sulla qualità e il ripristino della fertilità e microbiologia dei nostri suoli. Puntare sul riutilizzo in agricoltura delle acque reflue salvaguardando così le nostre falde a rischio inquinamento e salinizzazione.
La politica deve quindi puntare ad irrobustire l’agroecosistema e comprendere che l’agricoltura sostenibile gioca un ruolo primario per la salute del nostro ambiente e dei pugliesi. Il 2016 sia quindi un anno di rinascita per questa meravigliosa terra.” Cristian Casili.