Ambiente, Tricase

CLEAN UP TRICASE: “IL CAMBIAMENTO PARTE DA OGNUNO DI NOI”

La vera rivoluzione è svegliarsi la domenica mattina alle sette, incontrarsi tutti insieme in un bar, armarsi di guanti, scope, palette, caschetti, rastrelli e ripulire un pezzo del nostro paese, della nostra casa, del nostro pianeta.

di Elisabetta Musaro’

Corre l’anno 2017 e un giorno di ottobre ci svegliamo e scopriamo di vivere in un mondo che non ci piace più: incivile, deresponsabilizzato, con water e bidet lanciati sugli scogli vicino al mare, bottiglie di alcool nascoste in un’aiuola, mozziconi di sigarette ovunque, scatoloni ricolmi di immondizia gettati in piena campagna insieme a materassi, poltrone, televisori, batterie di auto, siringhe sparse qua e là.

Un mondo sporco, inquinato, con discariche di rifiuti, spesso tossici, a cielo aperto o sotterrati. Un mondo che ha evidentemente imboccato una strada di non ritorno. Gravi problemi che sono anche la somma di tante piccole abitudini sbagliate che, perseverando, giorno dopo giorno, ora dopo ora complicano una situazione oramai quasi irreversibile.

Posta questa premessa e questa presa di coscienza, tanto banale quanto reale, ci sono due alternative (come in tutte le grandi questioni che ci riguardano, d’altronde): stare fermi a guardare o, al massimo, per i più coraggiosi, sprecare qualche minuto a commentare su Facebook o criticare davanti ad una birra al bar discorrendo del più e del meno, da un lato; agire, muoversi, attivarsi, dall’altro. Clean Up Tricase ha scelto la seconda opzione.

Un’associazione che ha preso coscienza di un problema di inciviltà, decoro urbano, di qualità della vita e ha deciso di agire con la semplicità di piccoli grandi gesti e con la capacità e la volontà di piccoli grandi cittadini stanchi dell’abbandono, dell’apatia, delle critiche sterili, stanchi di un sistema amministrativo pieno di lacune e di cittadini incivili, passivi, che percepiscono il mondo fuori dalle mura delle proprie case come altro da loro, un mondo che non li riguarda quasi mai da vicino, che addossano tutte le colpe sempre sulla classe politica, sul “governo”, evitando qualsiasi tipo di analisi su loro stessi.

Clean Up, invece, ha puntato sulla grande energia e sulla grande forza che nascono dall’unione di cittadini che hanno un obiettivo comune. Un gruppo eterogeneo, una grande famiglia aperta, apolitica, multiculturale grazie alla collaborazione con Arci Lecce, che conta componenti di tutte le età e tutte le professioni che hanno deciso di mettersi in gioco e lanciare un grande messaggio positivo: insieme possiamo davvero avviare il cambiamento di cui necessitiamo, cambiare la rotta di questa società ormai deresponsabilizzata, rassegnata, che pensa che la rivoluzione possa avvenire dietro ad uno schermo, su un social network, con quattro chiacchiere al bar.

Per Clean Up, invece, il cambiamento parte da ognuno di noi. La vera rivoluzione è svegliarsi la domenica mattina alle sette, incontrarsi tutti insieme in un bar, armarsi di guanti, scope, palette, caschetti, rastrelli e ripulire un pezzo del nostro paese, della nostra casa, del nostro pianeta. Un’azione di civiltà, di cittadinanza attiva che non intende affatto sostituirsi al lavoro di dipendenti pubblici o ignorare diritti che provengono dal pagamento di tasse (anche salate); un’azione che ha invece un obiettivo di denuncia, di sensibilizzazione, di responsabilizzazione. Insomma, cittadini attivi che conoscono i loro diritti e le loro responsabilità, pronti a dare un contributo al mondo che li circonda.

Ha senso, oggi, denunciare un sistema, un mondo che non ci piace dietro ad uno schermo o con parole e attacchi che tali restano? Non è forse quella di Clean Up una delle più grandi denunce e dimostrazioni? Una denuncia costruttiva, che canalizza rabbia e stanchezza nella giusta direzione.

Cittadini e cittadine, consapevoli del loro valore e convinti che i grandi cambiamenti partano sempre dal basso, dalle piccole azioni che sono anche le più grandi, hanno invertito la rotta e contano di ripulire, insieme al paese, anche le menti.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, cantava De Andrè. E dal letame, che purtroppo non abbiamo mancato di spargere nelle nostre strade, nelle nostre marine e nelle nostre campagne in tutti questi anni, da qualche mese forse è nato proprio un bel fiore.

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