PUGLIA – Luigi Fiorillo ha svuotato le Sud-Est di oltre 230 milioni di euro portandole al dissesto. Con questa accusa stamattina la Guardia di Finanza ha arrestato a Roma l’ex manager della società ferroviaria, sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alessandra Susca su richiesta della Procura di Bari: undici le persone finite ai domiciliari, una interdetta dall’attività di impresa, complessivamente 29 gli indagati per 17 capi di accusa. La società, fino al 2016 del ministero delle Infrastrutture, secondo l’accusa sarebbe stata depredata con forniture e consulenze a costi stratosferici.
Stando alle indagini della magistratura barese Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci e esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto.
Insieme a Fiorillo sono finiti ai domiciliari l’avvocato romano Angelo Schiano, ritenuto dalla Procura amministratore occulto di Fse, il commercialista Fausto Vittucci, l’imprenditore Ferdinando Bitonte, il bolognese Carlo Beltramelli ras delle forniture di treni a Sud-Est, sua moglie Carolina Neri e suo cognato Gianluca Neri. A Maglie sono stati messi ai domiciliari Franco Cezza, la moglie Rita Giannuzzi e il figlio Gianluigi Cezza per l’appalto-monstre dell’archivio storico costato 2,6 milioni. Ancora, ai domiciliari l’ex assessore regionale Fabrizio Camilli, accusato di aver venduto a Sud-Est il carburante con un ricarico del 40% rispetto ai prezzi di mercato. Interdetto il dirigente Sud-Est Nicola Alfonso, il gip ha rigettato l’arresto per l’altro ex dirigente Francesco Paolo Angiulli già sotto processo alla Corte dei Conti.
L’inchiesta si basa in larga parte sulla relazione predisposta dall’ex commissario governativo Andrea Viero. Tra gli episodi contestati e finora non conosciuti, spuntano persino i 2.600 euro che Fiorillo avrebbe speso per una bottiglia di vino acquistata a giugno 2009 presso l’enoteca Capranica di Roma: pagata anche quella con i soldi delle ferrovie. Dalle indagini della Finanza è emerso, tra l ‘altro, che Sud-Est veniva in realtà amministrata da Roma, dallo studio dell’avvocato Schiano in piazza di Spagna.
Il giudice ha anche ordinato la disattivazione delle linee telefoniche e internet delle abitazioni degli arrestati e le rispettive utenze mobili. I provvedimenti restrittivi, perquisizioni e sequestri per decine di milioni di euro sono in corso a Bari, Roma, Bologna, Lecce, Maglie. La misura cautelare è a firma del gip Alessandra Susca, emessa su richiesta dei pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dal procuratore aggiunto Roberto Rossi.
La Finanza ha effettuato sequestri patrimoniali per oltre 90 milioni. Le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta documentale, bancarotta per false comunicazioni sociali e irregolare tenuta dei bilanci, bancarotta patrimoniale per l’inosservanza delle regole di evidenza pubblica. «Le somme irregolarmente erogate da Sud Est – ha detto il procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe – supera i 230 milioni di euro».
«Domani – ha detto il procuratore aggiunto Roberto Rossi – interverremo nell’adunanza dei creditori nell’ambito della procedura di concordato preventivo per chiederne un rinvio. È necessario valutare quali siano i crediti reali e quelli non dovuti. La Procura vuole che l’attività di Sud-Est continui regolarmente».
Ferrovie Sud Est è una società interamente partecipata dal Ministero dei Trasporti, concessionaria per la Regione Puglia del servizio ferroviario, acquistata circa un anno fa da Ferrovie dello Stato e attualmente sottoposta a procedura di concordato preventivo in continuità.