Un mese fa, insieme agli attivisti, ho piantato un ulivo in piena notte. L’ho fatto per sostenere migliaia di cittadini pugliesi che da mesi stavano provando a bloccare l’eradicamento di ulivi secolari, previsto dal piano Silletti contro la #Xylella.
Tutti ci davano dei complottisti, perché stavamo provando a salvare il nostro patrimonio di ulivi da un piano di abbattimenti che – a nostro parere – non aveva nessuna relazione con il contrasto al fenomeno di essiccamento degli ulivi. Abbatterli per noi non avrebbe risolto il problema Xylella.
Ebbene la Procura di Lecce con un decreto di sequestro preventivo, due giorni fa, ha bloccato le eradicazioni degli ulivi mettendo sotto inchiesta anche Giuseppe Silletti, commissario per l’emergenza Xylella. Le argomentazioni sostenute dai magistrati sono esattamente le stesse del M5S.
Questo ci fa capire – ha detto Cristian Casili nostro consigliere regionale – che eravamo e siamo sulla strada giusta. Nelle ultime settimane i magistrati hanno evidentemente avuto a disposizione moltI elementi utili che avranno rafforzato la tesi sulle anomalie di un piano degli interventi devastante ancorché inutile. Ma soprattutto sono felice per un intero popolo degli ulivi e per i tanti ricercatori che vogliono la salvezza di queste piante simbolo della nostra terra e non la loro distruzione.#GiùLeManiDaiNostriUlivi
Luigi Di Maio
Emiliano dice che i sequestri della procura di Lecce “lo hanno liberato” e Di Maio che è “felice”. Intanto gli ulivi disseccano e il panorama agreste verde-argento del Salento viene progressivamente sostituito dal bruno-marrone degli ulivi morti. Assieme al sequestro degli ulivi, finalizzato a impedirne il taglio, si bloccano anche tutte le attività preventive di fresatura e contro gli insetti, in quanto dannose all’ambiente.
A me pare una resa incondizionata al morbo: è come se gli assediati da un nemico mortale decidessero di abbassare il ponte levatoio e spezzare le armi. Il problema è che se la fortezza cade, il Paese intero viene devastato.
Il Salento può anche decidere, attraverso i suoi politici di punta, che la mortificazione del territorio, il crollo dei valori agricoli e dei fabbricati, la disincentivazione del turismo siano preferibili alla realizzazione del piano Silletti. Affari suoi, che il Salento si rovini con le sue mani, così come è sempre stato nelle dissennate scelte storiche. Questa volta però sono affari suoi solo fino a un certo punto, perchè il resto d’Italia e l’Europa non staranno a guardare, visto che anch’esse sono in pericolo. Il magistrato di Lecce pensa davvero di fermare il mondo, ignorando le conseguenze delle proprie azioni? Trovo irresponsbile chi si dice felice e da cacciare un amministratore che , visibilmente, tira il fiato perchè qualcuno gli ha tolto le castagne dal fuoco. Così non deve decidere, può non fare niente se non qualche dichiarazione e stare, comodo, alla finestra. Il paradiso del politico della magna grecia.