SAN FOCA (MELENDUGNO) – Il tratto sottomarino del Gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) sorvegliato speciale da parte della Marina Militare Italiana.
In seguito ai più che probabili sabotaggi dei tratti sottomarini dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 la Marina Militare Italiana è stata impiegata per “aumentare subito le misure per la tutela delle reti strategiche per l’interesse nazionale”. Lo ha dichiarato il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Per sorvegliare il gasdotto è stato attuato un dispositivo che coinvolge tre navi con piccoli sommergibili teleguidati per monitorare i punti chiave delle condotte. Impiegati gli specialisti del Comsubin (Comando subacquei e incursori, un raggruppamento di forze speciali della Marina militare.
In queste ore, nelle acque di San Foca (Lecce), ad esempio, la nave appoggio Anteo, è impegnata in un’operazione di monitoraggio nel tratto di mare al largo della località San Basilio dove approda il terminale del Tap.

La notizia della presenza delle navi è stata confermata dal sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino e da fonti Tap che ribadiscono “il pieno coordinamento con le autorità e gli operatori. Sono in atto – aggiungono – tutte le misure legate alla gestione del rischio”.
La società Tap ha confermato: “Stiamo operando, come di consueto, in pieno coordinamento con le autorita’ e sono in atto tutte le misure finalizzate alla gestione del rischio”. La Tap si collega al Trans anatolian pipeline (Tanap) al confine greco-turco, attraversando la Grecia settentrionale, l’Albania e poi il Mare Adriatico fino ad approdare nell’estremità della Puglia dove si connette alla rete italiana del gas naturale.
Inutile dire l’importanza strategica della Tap in questo periodo, parte del Corridoio meridionale del gas. La conduttura sottomarina è lunga 878 chilometri, e raggiunge una profondità massima di oltre 800 metri. Può trasportare 20 miliardi di metri cubi di gas, e a pieno regime può approvvigionare 14 milioni di utenze domestiche in Europa.
Operazioni analoghe però vanno avanti anche nel Canale di Sicilia. L’attività di tutela di queste vitali arterie sottomarine – nel Canale ci sono Transmed dalla Tunisia e Greenstream dalla Libia – è stata sempre messa in campo dalla Marina, che ha però ulteriormente innalzato la vigilanza. Intensificata anche la sorveglianza dall’alto con aerei di Marina ed Aeronautica che monitorano la flotta russa, sempre più numerosa nel Mediterraneo.