Hotblacks Robotics, è una startup torinese fondata dal tricasino Ludovico Russo insieme a Gabriele Ermacora nel 2015 che si occupa di sviluppare applicazioni robotiche mobili. E’ stata accelerata in TIM #Wcap e ora prosegue il suo percorso nel gruppo TIM grazie alla partnership con Olivetti, marchio storico dell’industria italiana, oggi solution provider per l’automazione di processi e attività aziendali.
O|Robot 101: per avvicinare i ragazzi alla programmazione
Con O|Robot 101, Olivetti e HotBlack Robotics hanno messo a punto un kit robotico destinato agli studenti dai 7 ai 18 anni per realizzare e programmare robot in modo semplice e immediato. La soluzione è stata integrata nell’offerta commerciale Olivetti destinata alle scuole e lanciata sul mercato. O|Robot 101 è stato inoltre presentato alla Maker Faire di New York il 23 e 24 settembre, e a Didacta, la più importante fiera dedicata al mondo della scuola.
Quattro domande per comprendere meglio il progetto
Abbiamo chiesto a Ludovico Russo di raccontarci qualcosa di più sul progetto
Attualmente la community è focalizzata nel settore education con una partnership con Olivetti per la vendita dei kit robotici in tutta Italia. Inoltre abbiamo collaborato anche nel progetto e.DO di Comau su tematiche più o meno simili e che troviamo molto affascinanti.Sono sempre stato interessato alla Robotica sin da piccolo, tanto che durante gli anni del Liceo (allo Stampacchia di Tricase) avrei tanto voluto che a scuola venissero portate queste tecnologie. Dopo aver preso il Dottorato in Robotica e qualche anno di esperienza nell’insegnamento universitario, ho deciso che era ora di portare questa incredibile disciplina anche nelle scuole superiori, e ne ho fatto un progetto di vita.
L’accordo con Olivetti è solo l’ultima di una serie di iniziative che vede me e la mia Startup in prima linea verso la diffusione della robotica nel mondo scolastico.
A Tricase, ad esempio, grazie alla lungimiranza del Dirigente Scolastico del Liceo Stampacchia e alla grande volontà della professoressa Greco, abbiamo organizzato questa estate un corso di Robotica che ha avuto un grandissimo successo tra gli studenti. E spero che questo sia solo il primo passo verso l’adozione della robotica come disciplina scolastica nel mio vecchio istituto.
Perché avete deciso di puntare sulla vostra idea? Raccontateci la storia della vostra startup e del vostro team.
Gabriele e io nasciamo nei laboratori di ricerca Joint Open Lab (JOL) di TIM all’interno del Politecnico di Torino come dottorandi. Mission dei JOL era anche quella di creare startup innovative. La cosa insolita è come è accaduto il tutto. Gabriele era in Austria a finire il dottorato e sarebbe emigrato molto volentieri. Poi un po’ per sbaglio abbiamo applicato a TIM #Wcap. Nessuno aveva veramente idea di cosa sarebbe accaduto da li a poco e quando ricevemmo l’e-mail che eravamo stati selezionati per il programma di accelerazione scoppiò un vero e proprio casino.
Come ti vedi tra 5 anni?
Questa è la domanda che ci hanno fatto i nostri Business Angel di 42accelerators quando ci hanno selezionato. Quindi ti rispondo con le stesse parole di allora. Non lo so, e non mi interessa. Sarò probabilmente lo stesso nerd di oggi ossessionato per creare startup e innovazione. La cosa importante è invece che tra 5 anni Hotblack sia diventata un’azienda e si vedano i primi esempi di robotica di servizio nella nostra vita quotidiana. Ecco questa è una visione che mi interessa nei prossimi 5 anni.
Quali vantaggi e opportunità ti ha dato la partnership con il gruppo TIM?
Beh tantissimi ovviamente. Come vi ho raccontato prima, TIM ci ha supportato prima come PhD poi ci ha dato i primi soldi per avviare la startup oltre che l’importantissimo network di contatti. Marco Gaspardone è tutt’ora per me uno delle persone più importanti che ci ha aiutato in tutto e per tutto. E continua a farlo! Grazie a lui ed il network di contatti ad esempio la partnership con Olivetti non credo sarebbe stata possibile.
Perché ritieni che sia importante che le grandi aziende si aprano alle startup?
Le startup non sono piccole aziende. Steve Blank definisce le startup come “organizzazioni temporanee in cerca di un modello di business”. Quindi le startup non ragionano con le dinamiche delle grandi aziende ma sono effettivamente il motore dell’innovazione di questo paese perché creano nuovi modelli di business e di conseguenza innovazione.