Ambiente, Cultura, Tricase, Turismo

L’ECOMUSEO DI VENERE DI TRICASE PORTO NELLA RETE DEGLI ECOMUSEI PUGLIESI

PUGLIA – Nasce la Rete degli Ecomusei della Puglia. A volerne l’istituzione la Consulta regionale degli ecomusei riunitasi presso gli Uffici dell’Assessorato all’Industria turistica e culturale, Gestione e valorizzazione dei beni culturali.

Dodici gli Ecomusei riconosciuti ad oggi in Puglia, Valle d’Itria e Valle Carapelle, Paesaggi di Pietra di Acquarica di Lecce e Serre Salentine, l’Urbano a Botrugno, i Paesaggi Culturali del Capo di Leuca, il Diffuso Castello d’Alceste e quello di Cavallino, il Poggio di Mola di Bari, Venere a Porto di Tricase, Liemes Bizantino e le Terre d’Arneo, che dovranno sviluppare le proprie attività favorendo lo scambio di esperienze e il trasferimento di buone pratiche in rete, oltre che stimolare il confronto su tematiche e problematiche relative al modello di ecomuseo quale strumento privilegiato dello sviluppo sostenibile del territorio.

Le modalità con le quali la Rete degli Ecomusei di Puglia opererà saranno definite nelle prossime settimane attorno ad un tavolo di coordinamento convocato, ospitato dall’Ecomuseo Portavoce nominato triennalmente dalla stessa rete. Le attività riguarderanno l’organizzazione di eventi a rilevanza regionale su temi e argomenti diversi che rispondano a esigenze e vocazioni specifiche, la definizione di linee guida condivise per rapportarsi con le altre Reti regionali e/o nazionali, la promozione dell’integrazione degli attrattori culturali del territorio e la diffusione della conoscenza, a livello regionale, della tematica ecomuseale attraverso una costante ed efficace campagna informativa.

“Gli Ecomusei rappresentano un pezzo importante della strategia regionale sui beni culturali.” – ha detto l’assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone –  “Perché coniugano perfettamente l’esigenza di valorizzazione del territorio, del suo paesaggio, con quella di coinvolgimento attivo delle comunità che li ospitano. Se da un lato, infatti, occorre farsi carico della salute dei nostri beni, dall’altro non possiamo permettere che si salti di restauro in restauro senza preoccuparsi dei contenuti che questi beni andranno a riempire e da cui, di fatto, dipenderà o meno il loro futuro e parte dell’economia dei territori coinvolti. Ecco che, allora, l’idea della rete regionale è una risposta concreta alla necessità di riflettere insieme sull’utilizzo consapevole di questo straordinario Patrimonio immaginando ben oltre il qui e ora. La cultura abbatte i muri, non li alza. Ce lo insegna la storia. Allora la prima cosa da fare e su cui insistere è e sarà sempre quella di costruire un rapporto di vera prossimità tra le “pietre” e le persone. Perché li, nel mezzo, c’è tutta quell’identità che rende i pugliesi: pugliesi”.

IL PORTO MUSEO DI TRICASE

Al centro dell’area tutelata dal Parco naturale regionale “Costa Otranto, Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, si incontra il Porto Museo di Tricase, l’Ecomuseo di Venere, l’antico Portus Veneris.

porto museo tricaseIstituito grazie alla sinergia messa in atto dalla Città di Tricase, dall’Associazione Magna Grecia Mare (organismo gestore), dal Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei di Bari (CIHEAM Bari), dal Parco regionale “Costa Otranto, S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase” e dall’Università del Salento, ed implementato grazie al contributo della cooperazione territoriale tra Grecia ed Italia (INTERREG 2007 – 2013), rappresenta forse l’unico esempio concreto di musealizzazione diffusa di un porto, del suo mare, del suo territorio costiero e della sua gente, da sempre vissuta tra il mare e la terra.

È uno dei pochissimi modelli di crescita economica, sociale ed ambientale, perfetto e concreto esempio del concetto più attuale di sostenibilità durevole, applicato ad una comunità costiera proiettata nel Mediterraneo.

È stato formalmente riconosciuto quale “Ecomuseo di interesse regionale” con deliberazione n. 1182/2017 della Giunta Regionale, ai sensi della Legge Regionale n. 15/2011, a seguito del parere favorevole espresso dalla Consulta regionale per gli Ecomusei, su iniziativa del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia.

ITINERARI NEL PORTO MUSEO DI TRICASE

Il Porto di Tricase è un museo, diffuso e dinamico, luogo di ricerca, raccolta, scambio ed approfondimento di conoscenze legate alle tradizioni del mare e della costa, è paesaggio culturale e cultura del paesaggio. Ha intrapreso una rotta di riscoperta dei suoi valori culturali, storici, naturalistici e di relazione con i popoli del Mediterraneo e ha innescato un percorso di valorizzazione sostenibile e responsabile per una crescita economica e sociale della sua comunità.

E’ operativo grazie alle attività del Centro Culturale Permanente sulle Antiche Tradizioni Marinaresche, del Museo delle Imbarcazioni Tradizionali, della Scuola di Antica Marineria, del Cantiere del Gusto, della Bibliomediateca, dell’Avamposto mediterraneo di ricerca e monitoraggio della biodiversità marina e costiera. È un luogo ricco di offerte formative (corsi di antica marineria, corsi per operatori turistici del mare, viaggi di istruzione nella cucina marinara del Salento), di laboratori ed esperienze pratiche (Cantieri del gusto, i racconti del Focone, Tramare, Un mare di racconti), di tradizioni orali, di oggetti, libri e fotografie (Bibliomediateca del mare); è un “Porto Museo”, non un museo del porto. È un “porto di mare”, luogo accogliente di incontro, di dialogo e di condivisione delle esperienze delle comunità e dei territori costieri Mediterranei.

Nel Porto Museo di Tricase, una serie di percorsi sulle banchine, tra le stradine del Borgo dei Pescatori, o tra i tratturi che, dalla campagna, conducono alle storiche poste di pesca “piscare”, guidano il visitatore alla scoperta di storie antiche e della vita di oggi. Ci si immerge nella vita di una comunità costiera e si incontra gente di mare e di terra, pescatori e contadini allo stesso tempo, che non hanno dimenticato il loro passato e che vogliono tutelare e trasferire le loro millenarie tradizioni. Un porto piccolo ed una piccola comunità di pescatori artigianali che ha riacquistato la sua identità, rimasta sopita per un po’ di tempo, rendendola protagonista della propria ri-crescita economica e sociale, investendo sui propri valori, sulla propria storia e sulla propria cultura.

Il tutto immerso in un paesaggio naturale pressoché incontaminato, sempre da monitorare e proteggere.

 

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