Segnaliamo una pronuncia rivoluzionaria della Corte d’Appello di Lecce che ha accolto le richieste di un imprenditore leccese annullando il suo debito con l’Inps, in quanto “L’ente non rispondeva alle sue istanze dove spiegava l’illegittimità delle pretese” (sent. n.1593/2018 della Corte D’Appello di Lecce).
Tale sentenza ha avuto un notevole risalto a livello nazionale – ne ha parlato persino il Sole24ore del 22 maggio 2019 – e per tale motivo abbiamo contattato il difensore dell’imprenditore, l’Avvocato Cassazionista Matteo Sances, per chiedere chiarimenti in merito.
L’Avv. Sances ci riferisce che la sentenza sarà a disposizione gratuitamente di tutti i cittadini e per averla basterà iscriversi alla newsletter dello studio entro il 24 giugno 2019 (https://www.
Apprendiamo, dunque, che nel caso in questione l’INPS richiedeva il versamento di oneri previdenziali per svariate decine di migliaia di euro per i periodi compresi dal 2010 al 2012 tramite Equitalia.
In particolare, Equitalia inviava un’intimazione di pagamento e due distinti atti di pignoramento mobiliari; il contribuente, una volta ricevuti gli atti, inviava una lettera al concessionario contestando le pretese dell’INPS senza tuttavia ottenere alcuna risposta da parte dell’Ente.
Riferisce dunque l’Avv. Sances che secondo l’articolo 1, comma 537, della legge n.228/2012 (cosiddetta Legge Finanziaria 2013) i concessionari per la riscossione sono tenuti a sospendere immediatamente ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione delle somme appena il debitore presenta l’istanza; inoltre, il comma 540 della stessa legge prevede che in caso di mancata risposta da parte dell’ente creditore entro 220 giorni (che può essere l’INPS per i contributi previdenziali, l’Agenzia delle Entrate per le tasse, ecc.…) le partite vengono annullate di diritto.
Dapprima il Tribunale del Lavoro di Lecce respingeva il ricorso del contribuente ma la Corte d’Appello di Lecce riformava completamente la sentenza affermando che la sola mancata risposta al contribuente, entro i termini previsti dalla legge, comporta l’annullamento del debito.
Il principio sancito dalla sentenza n.1539/2018 è, dunque, che una risposta al contribuente è sempre dovuta, pena l’annullamento delle pretese.
Ringraziamo ancora una volta l’Avv. Sances per gli importanti chiarimenti.