Cronaca

SPARITI IN ITALIA 5.707 MINORI.

di Gianni Lannes

Nel 1991 l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (legge numero 176 del 1991), che sancisce solennemente: «Il bambino è persona con diritti propri non dipendenti da altri»; «il suo interesse superiore è preminente» a prescindere dallo status dei genitori; «il fanciullo è registrato immediatamente al momento della nascita e da allora ha diritto a un nome»; «gli Stati si impegnano a garantire a ogni bambino i diritti enunciati a prescindere dalla origine loro o dei loro genitori o da qualsiasi altra circostanza (…) e adottano tutti i provvedimenti appropriati», a prescindere dalla origine loro o dei loro genitori o da qualsiasi altra circostanza.

Ebbene, l’articolo 1, comma 22, lettera g), della legge 94 del 2009 («pacchetto sicurezza») entrata in vigore l’8 agosto 2009 sotto il governo Berlusconi (e Maroni all’Interno), stabilisce l’obbligo dell’esibizione del permesso di soggiorno per qualsiasi atto inerente lo stato civile. Quindi, per registrare un figlio alla nascita è obbligatorio presentare il permesso di soggiorno; e però evidente che i cittadini extracomunitari in situazione di cosiddetta “irregolarità” non dispongono del permesso di soggiorno e se tale documento fosse loro richiesto, per evitare il rischio di espulsione, potrebbero privare il nuovo nato del certificato di nascita.

La circolare 19 del 7 agosto 2009 emanata dal Ministero dell’interno il giorno precedente all’entrata in vigore della legge 94 del 2009, sancisce tuttavia che: «Per le dichiarazioni di nascita non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno»; in adempimento alla legge n. 94 del 2009 potrebbe quindi essere stata rifiutata l’iscrizione all’anagrafe dei nuovi nati da genitori privi del permesso di soggiorno, essendo una legge dello Stato più cogente di una circolare ministeriale, emanata in data antecedente.

Da 4 anni la Convention on the Rights of the Child (CRC), un movimento che raccoglie 80 associazioni e realtà mondiali, Caritas italiana compresa, segnala il problema e ne chiede con forza una risoluzione istituzionale, raccomandando una riforma che garantisca la registrazione per tutti i minorenni nati in Italia, indipendentemente dalla situazione amministrativa dei genitori. Secondo i dati del CRC, «non ci sono dati certi sull’esistenza del fenomeno dei “bambini invisibili”, ma le ultime stime evidenziano la presenza di almeno 544 mila migranti privi di permesso di soggiorno e ciò il certificato di nascita è l’unica testimonianza certa e riconosciuta dell’esistenza di una persona e senza questo nessun diritto è garantito. In mancanza di ciò il bambino non risulta esistere quale persona e così non gli viene assicurata la tutela da parte dei genitori, ed è condannato ad essere per sempre un irregolare, privato di qualunque cittadinanza e pertanto invisibile agli occhi di un qualsiasi Stato. Attualmente, quanti sono i bimbi in questa situazione, potenziali vittime di abusi?

Secondo i dati ufficiali del ministero del lavoro e delle politiche sociali, al 31 ottobre 2015, risultano irreperibili dalle strutture di accoglienza, addirittura 5.707 minori. Che fine hanno fatto?

www.sulatestagiannilannes.blogspot.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *