SPECCHIA – Una struttura extralberghiera totalmente abusiva è stata scoperta in località Cardigliano.
Da oltre 10 anni in zona agricola quella che doveva essere un’azienda agricola che avrebbe dovuto coltivare ortaggi e frutta ed alleviare bestiame, si è trasformata in un’attività ricettiva con nove appartamenti aventi ognuno almeno 4 posti letto, piscina ampia e servizio bar e ristorante a richiesta.
Un’attività pubblicizzata su tutti i più importanti siti di promozione turistica con tanto di servizi ed offerte e con tanto di recensioni da parte degli ospiti, alcuni arrivati in gruppi da 20. Il gestore non aveva neppure la partita IVA e mancava ogni tipo di autorizzazione.
L’accertamento è stato fatto dalla Guardia di Finanza di Tricase che ha verificato la totale mancanza di una SCIA, elemento indispensabile e preliminare per effettuare una simile attività; il tutto in seguito alle segnalazioni dell’Amministrazione Comunale di Specchia. Tale struttura turistica è totalmente sconosciuta al fisco, non possiede alcuna autorizzazione ambientale per i reflui fognari, né risultano collegamenti all’acquedotto o autorizzazioni di pozzi e quant’altro necessario per l’approvvigionamento dell’acqua potabile. Un’attività che non ha mai pagato alcuna tassa comunale, né IMU né TARI pur se la spazzatura veniva regolarmente ritirata.
Nei giorni scorsi un’altra ordinanza di chiusura è stata firmata per un Bar ubicato nel Parco Falcone e Borsellino a Specchia. Una struttura di proprietà comunale affidata cinque anni fa ad una società in seguito ad un bando pubblico. Su segnalazione di un cittadino l’Amministrazione comunale ha scoperto che il Bar, non avendo mai volturato il contatore comunale, utilizzava entrambi i contatori elettrici intestati al Comune. Di fatto, per cinque anni l’acqua e la luce del Bar è stata pagata dai cittadini di Specchia.
Per gli inadempimenti riscontrati l’Amministrazione Remigi ha provveduto ad avviare le procedure di sfratto e rilascio d’immobile, ed ha provveduto a denunciare il gestore del Bar per la manomissione dei contatori. L’ordinanza di chiusura si è resa necessaria a causa di alcuni abusi edilizi realizzati dal gestore sulla struttura comunale che hanno portato alla revoca dell’agibilità e, quindi alla ordinanza di chiusura.