di Marilu’ Mastrogiovanni www.marilumastrogiovanni.it
SUD SALENTO. INCHIESTA Rifiuti S.p.a: “Quel bando non s’ha da fare”: ecco come i sindaci di Casarano, Matino e Ruffano conducono una feroce battaglia contro il bando dell’Aro (Ambito di Raccolta Ottimale) contrapponendosi ai sindaci di Parabita, Miggiano, Montesano e Specchia.
Unico beneficiario di questo ostruzionismo? la IGECO di Tommaso Ricchiuto, agli arresti domiciliari e a processo immediato, coinvolto nell’inchiesta della procura di Brindisi che ha portato allo scioglimento per mafia del Comune di Cellino San Marco
SUD SALENTO – INCHIESTA. Come si fa a rallentare fino a contrastarla l’attività della pubblica amministrazione favorendo di fatto i privati, causando un danno ancora non quantificabile alle tasche dei cittadini e tutto con la giustificazione di farli risparmiare?
La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile.
Da mesi si registrano anomale pressioni sul corretto andamento del bando daquasi 33 milioni di euro (per la precisione 32.594.873,15) indetto dall’Aro 9 della provincia di Lecce per il servizio di raccolta rifiuti, per cinque anni, nei sette comuni dell’Aro: Parabita, Casarano, Matino, Ruffano, Miggiano, Montesano, Specchia.
Le anomale pressioni si evincono dalle numerose comunicazioni (con numero di protocollo) tra il presidente dell’Aro (Ambiti di Raccolta Ottimale), Alfredo Cacciapaglia, sindaco di Parabita (nella foto), la Regione Puglia, il prefetto di Lecce e l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione: sebbene tra le righe, si percepisce la seria preoccupazione, da parte delle Istituzioni, che la longa manus della sacra corona unita, la mafia salentina, attraverso i suoi emissari e alcuni colletti bianchi, possa infiltrarsi nella buona gestione del bene pubblico.
Il piatto è ricco: quasi 33 milioni di euro per cinque anni, ma l’Aro presieduta da Alfredo Cacciapaglia, affiancato dalresponsabile del procedimento Pino Petruzzi, ha posto fin dal 2013 dei paletti anti infiltrazioni, stipulando fra i primi in Puglia, un protocollo d’intesa con il Conai, Consorzio nazionale imballaggi, sulla base di un accordo nazionale Anci-Conai (l’Anci è l’associazione nazionale comuni italiani). Il protocollo d’intesa prevede la redazione gratuita, da parte del Conai, di un piano industriale comprensivo di disciplinare di gara, bando e capitolato tipo per la raccolta nei sette comuni dell’Aro, con un risparmio di alcune decine di migliaia di euro per i cittadini. Il Conai, inoltre, in base all’accordo, dovrà supportare l’Aro nella realizzazione delle campagne di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini.
IL PROGETTO CONAI
Il Conai ha lavorato un anno, raccogliendo dati sul territorio, presso i Comuni e i cittadini e il 21 novembre 2014 ha presentato il progetto. Il 20 marzo del 2015 l’assemblea dei sette Comuni delibera di indire il bando, in base al progetto approvato, con il criterio dell’offerta più vantaggiosa dal punto di vista economico. Votano “no” i comuni di Ruffano e Casarano, che chiedono ulteriori modifiche al progetto: non si capisce perché, dal momento che erano state redatte due bozze, in base alle osservazioni degli stessi Comuni. A quel punto il comune di Casarano impugna dinanzi al Tar la delibera dell’Aro (delibera 1/2015), quella con cui i comuni, con voto di maggioranza, davano l’ok a emanare il bando per il servizio di raccolta rifiuti. Il Comune di Casarano perde: sono infondate secondo il Tar le motivazioni con cui il Comune chiede la sospensiva, e lo condanna al pagamento delle spese.
Il responsabile del procedimento dunque, procede celermente: il bando da 33 milioni viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, con scadenza il 27 agosto scorso, poi prorogata al 25 settembre per consentire alle aziende di presentare tutta la documentazione richiesta, altrimenti irreperibile nel mese di agosto.
A quattro giorni dalla scadenza, un colpo di mano: tre Comuni su sette, Casarano, Matino, Ruffano, in assenza degli altri, deliberano la revoca del bando, sulla base di alcune “incongruenze tecniche” rilevate da Michele Grecolini consulente del comune di Matino, presente in assemblea.
E proprio su tale presenza i sindaci abbandonano l’aula affermando che non accettano interferenze e pressioni, essendo Grecolini consulente per ditte private, quindi in evidente conflitto d’interesse.
Ma chi è Grecolini, consulente privato che, per conto del comune di Matino, è presente in un’assemblea di sindaci? E’ un geologo noto alle cronache giudiziarie. Michele Grecolini è infatti stato condannato in secondo grado a 4 mesi di reclusione per danneggiamento aggravato perché, quando era direttore tecnico della discarica di Burgesi a Ugento, furono smaltiti illecitamente, con la complicità di aziende legate alla sacra corona unita, 200 fusti di pcb, uno dei 10 veleni più tossici al mondo.
Per approfondire il contesto nel quale è maturata questa vicenda e il profilo del dott. Grecolini, vi proponiamo di leggere un’intervista del 2009 alla d.ssa Elsa Valeria Mignone, PM a Lecce, (CLICCA QUI); e un’inchiesta de il Tacco d’Italia dell’aprile 2012 in due puntate: Gianluigi Rosafio, appello da rifare (CLICCA QUI) e Rifiuti e mafia: ecco le scatole cinesi dei Rosafio (CLICCA QUI) .
Nei Comuni che si oppongono ancora oggi all’apertura delle buste delle offerte pervenute, i rifiuti sono raccolti da Igeco.
Dai verbali dell’assemblea dell’Aro9 convocata con urgenza dai sindaci di Casarano, Matino e Ruffano, cioè quelli che vorrebbero che si revocasse il bando, oggi chiuso regolarmente, apprendiamo che tutte le obiezioni poste da Grecolini in una relazione consegnata al sindaco di Matino come suo consulente, sono state già ampiamente discusse con il Conai, che ha redatto il progetto poi messo a bando e che sono state ritenute infondate. Inoltre, affermano in assemblea i sindaci degli altri quattro paesi, i costi sostenuti dai Comuni, con il nuovo bando, si abbatterebbero e per il Comune di Specchia addirittura, abbattendo i costi di 15mila euro, si riuscirebbero ad assumere due persone in più.
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