Castro, Corsano, Cultura, Teatro, Tricase

TI RACCONTO A CAPO – CORSANO – TRICASE – CASTRO (LE) – 31 LUGLIO / 9 AGOSTO 2018

La residenza artistica «Ti racconto a Capo», diretta dall’attore e regista Ippolito Chiarello, è pronta a invadere piazze e strade del Salento grazie a un’edizione ricca di spunti sui maestri, punti di riferimento per la crescita intellettuale, artistica e umana.

La nona edizione della kermesse, organizzata da «Idee a Sud Est» e «Nasca teatri di terra», con i patrocini delle città di Corsano, Tricase e Castro, che quest’anno avrà come tema “Caro maestro”, prenderà il via il prossimo 31 luglio con l’accoglienza degli artisti partecipanti, prima di entrare nel vivo il 1° agosto e condurre l’esperienza laboratoriale fino al 9 agosto, quando a Corsano ci sarà la manifestazione finale in piazza San Giuseppe.

Il progetto ha il suo punto di forza nella volontà di raccontare partendo dalla comunità e dal territorio, riuscendo ad attrarre in questi anni più di 500 richieste di partecipazione da artisti di tutto il mondo da Corsano a Milano passando per Brasile, Inghilterra, Messico e Francia, solo per citare alcune nazioni di provenienza. Si basa prevalentemente sulla rete di piccoli sponsor con i quali si crea una simbiosi spesso fatta di scambio merce (i fruttivendoli, i supermercati ecc…), una sorta di Residenza Teatrale a km zero.

Nei giorni che gli attori vivranno insieme, un elemento importante che riscopriranno sarà il valore del rito nell’atto artistico, dalla fase del lavoro giornaliero alla restituzione l’ultimo giorno al pubblico del paese, protagonista anch’esso del gioco. Sarà come partecipare agli usi di un popolo “che si rappresenta” e si misureranno nella preparazione della festa e nella festa stessa. Lo spettacolo come la festa patronale, con la sua processione e le sue scenografie.

Il 1° agosto gli artisti saranno presentati al pubblico nel corso di un incontro che si svolgerà alle 21.30 in piazza Santa Teresa a Corsano; il giorno successivo saranno protagonisti di una «Cena» in contrada “Pozze” e il 3 si innesteranno nella manifestazione “(S)radicamento” organizzata da Tarantarte. Il 4 animeranno l’evento “Percorsi di storia e di storie” insieme alle associazioni “Edeno” e “Salento verticale”, negli spazi di Torre Specchia grande, a picco sul mare Adriatico, mentre il 5 si sposteranno in piazza Vittoria a Castro per il Premio “Castrum Minervae”. Il 6 tutti in piazzetta Dell’Abate di Tricase per lo spettacolo condotto dall’associazione Liquilab “Nc’era nna fiata u mesciu…”, il 7 la residenza teatrale tornerà a Corsano con un dopocena in contrada “Pozze” e, dopo una giornata di pausa, il 9 ci sarà il gran finale con lo spettacolo «#Caromaestro», in cui l’elemento dominante sarà il frutto della residenza stessa elaborato dagli attori/allievi. Media partner della kermesse artistica saranno Radio Venere e Radio Peterpan.

«Proviamo a costruire un’esperienza che sia realmente condivisa a partire da un’idea e una proposta di strada da fare – spiega il direttore artistico Ippolito Chiarello – chiedersi ogni anno dove stiamo andando e come trovare delle nuove strade per far diventare il teatro e quindi l’arte una “questione ordinaria, quotidiana” e quindi ritrovare sempre il senso del “lavoro artistico” come motore necessario. È il tentativo di esplorare la pratica teatrale – annota – eleggendo come palcoscenico e come operatori, una comunità, un piccolo paese del sud del sud del mondo, Corsano. Un’esperienza residenziale che mette a contatto diretto gli attori e la gente, gli abitanti, i potenziali spettatori. Per gli abitanti – osserva – significa entrare nel processo, per conoscerlo e innamorarsene e magari cominciare ad andare a teatro, a difenderlo e a reclamare spazi dove farlo; per gli attori significa rientrare in contatto con il mondo, con la realtà delle famiglie, con il proprio pubblico, creare quel “rapporto sentimentale” necessario alla propria sopravvivenza. Scoprire lavorando. Vivere un’esperienza che ci abitui a scendere dal piedistallo e ritornare a “lavorare” per essere riconosciuti. Facciamo questo – conclude – per affermare che sempre e comunque il “Teatro si fa a Teatro”».

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