TRICASE – Continua la polemica sulla presunta incompatiblità del consigliere comunale Fernando Dell’Abate. (LEGGI QUI) e (QUI) .
Dopo la rinuncia di quest’ultimo a ricorrere in cassazione contro la sentenza che suo malgrado lo ha visto protagonista (LEGGI QUI), giunge una nota dei consiglieri comunale di maggioranza.
“In queste ultime ore”, si legge nella nota, “leggiamo da più parti comunicati stampa e post sui social relativi alle nostre proliferanti malelingue a proposito delle criticità sorte sulla posizione del Consigliere Comunale Fernando Dell’Abate in seno al Consiglio, stante la pubblicazione della sentenza d’appello numero 73 del 21/01/2020, nella quale egli viene annoverato tra i soccombenti”.
“Egli afferma che la nota n.6303 protocollata oltre tre anni fa, prima della candidatura a Sindaco, lo esime dal “fumus” di incompatibilità per il fatto di aver ceduto il credito “pro soluto”. A questo punto, non si comprende una sentenza checondanna alle spese un appellante che non c’è. Oltre alle nostre malelingue c’è anche accanimento giudiziario?”.
I consiglieri poi si chiedono: “Che necessità c’era di protocollare in Comune, insieme al beneficiario del credito, la rinuncia al ricorso in Cassazione, dal momento che non era tenuto a farlo, perché fuori dalle liti? Forse perché il credito sarebbe derivato dalla vittoria di Dell’Abate come attore nel ricorso?”
“D’altronde, basta leggere la sentenza per trovare, a metà della stessa, una frase alquanto chiarificatrice, che fuga qualunque dubbio e che lascia presagire cosa sarebbe potuto succedere se solo fosse stato eletto sindaco insieme alla sua compagine…”
“È inutile calciare la palla nel nostro campo se il consigliere Fernando Dell’Abate ha rinunciato al ricorso è perché doveva farlo, se voleva rimanere in consiglio per i giorni a venire. Pertanto, i più sentiti auguri al nostro Collega per il suo nuovo (reale) insediamento!”.
“Ovviamente i documenti relativi alla vicenda sono “a disposizione” di tutti, perché pubblici e protocollati in Comune”.
L’impressione è che si sia lontani da un punto di incontro tra maggioranza e opposizione.