TRICASE – Il consigliere comunale Donato Carbone (Fratelli D’Italia e Sud in Testa) interviene sulla situazione politica cittadina.
In Puglia solo 35 Comuni hanno approvato il PUG e nel Salento solo 14 (fonte: Il Quotidiano di Lecce): tra questi non c’è Tricase.
La conseguenza è che, in assenza del PUG, si autorizzano interventi edilizi al di fuori di qualsiasi logica di programmazione, senza una idea di città condivisa, chiara, sostenibile, di qualità, vivibile, si autorizza il consumo del territorio in maniera casuale ed insensata, con danni spesso irreversibili, si frena lo sviluppo, si offre troppo spazio alle pressioni ed agli interessi dei singoli a danno dell’interesse collettivo, si valuta il singolo intervento senza una visione d’insieme complessiva con risultati aberranti dal punto di vista della coerenza architettonica.
Urge occuparci di PUG.
Ma urge anche occuparci di DUP, di bilancio di previsione, di rafforzamento dei presidi contro la corruzione (l’allarme lanciato dai Magistrati leccesi non va sottovalutato) nonché contro i conflitti di interesse (personalmente ne vedo troppi e non va bene), di Parco, di Acait, di Zona Industriale, di sicurezza stradale (incrocio Lucugnano), di sviluppo delle marine (che non può essere semplicemente farne un museo), di rafforzamento della capacità del Comune di progettare e partecipare a bandi (stiamo perdendo troppe opportunità a causa dell’assenza di personale dedicato).
Ma la priorità sembra … Mussolini!
Rimestare nella storia non porta mai bene: basta osservare la genesi di molti dei conflitti odierni per comprendere quanto questa pratica possa essere foriera di scontri, sangue, feroci crimini a volte culminati in veri e propri genocidi (ex Jugoslavia su tutte ma non è l’unico caso) altre volte in atti di palese stupidità (gli attacchi contro le statue raffiguranti l’una o l’altra fazione ideologica o agli insulti dilagati sui social).
Lasciamo la storia agli storici ed occupiamoci di costruire il futuro. Il nostro mandato elettorale è questo: costruire un paese migliore, non creare divisioni e fratture ideologiche rimestando il passato.
Vedere Mussolini e la Segre insieme ci dice come eravamo (e non basta togliere la cittadinanza per cancellare il “come eravamo”, senza dire che è oltremodo ingenuo anche solo pensare di poter cancellare la storia); ci dice anche “come siamo”, come siamo diventati grazie al sacrificio di tanti, di troppi (il confronto rimarca la differenza e costituisce un modo di dire grazie a chi con il suo sacrificio ci consente oggi anche solo di poter fare il confronto); ma soprattutto ci dice come potremmo tornare ad essere in futuro se non sapremo difendere la democrazia e la libertà a volte ritenute, con grave superficialità, conquiste scontate e definitive.