TRICASE – Ricoprendo il ruolo di Consigliere Comunale avrei preferito porre la questione nel primo Consiglio
Comunale utile. Tuttavia mi rendo conto che gli attuali tempi della politica sono anche dettati da un
inseguirsi di notizie, post e comunicati stampa. Pertanto tocca adeguarmi. Fermo restando il mio
proposito di chiedere chiarimenti nelle sedi opportune, come peraltro ho già fatto assieme al collega Antonio Luigi Baglivo.
Senza tornare sulla vicenda Campo Sportivo Comunale di Depressa, di cui è facile trovare notizia
ovunque, preferisco soffermarmi su tre aspetti: uno linguistico, l’altro amministrativo e l’ultimo
politico.
Il primo quello linguistico riguarda la parola “competenti”. Il comma 3 dell’art. 78 cita testualmente:
“I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici
devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel
territorio da essi amministrato”. Come si può notare il comma non riporta la parola “delegati” in
materia, bensì “competenti” in materia. Pertanto, per estensione, l’articolo riguarda tutte le deleghe assessorili. Inoltre, tutto ciò che è materia di “rigenerazione urbana” in Italia, in Puglia e a Tricase, rientra nell’ambito di applicazione urbanistica e edilizia, tanto che i programmi di rigenerazione urbana assumo gli effetti di strumenti urbanistici esecutivi. Detto questo, è opportuno precisare che nello specifico l’Assessore Ruberto è il tecnico incaricato di un progetto che riguarda una struttura pubblica di proprietà dell’Ente presso il quale ricopre contemporaneamente il ruolo di Assessore. È grave quanto si legge sul comunicato, a firma dell’Assessore, quando la stessa afferma con preoccupante leggerezza: “è stato sufficiente apporre sulla variante la mia firma”. Mi chiedo: avrebbe voluto fare anche di più?
Il secondo aspetto riguarda il corpo del comunicato stampa della stessa, pubblicato in risposta alle
perplessità avanzate da più parti. Direi anche in risposta alle dichiarazioni dello stesso Sindaco che,
in data 11/04/2021, con dichiarazioni mezzo stampa, ha di fatto dimissionato l’Assessore Serena
Ruberto, addossandole l’accaduto e di fatto indebolendola politicamente.
Nel suo comunicato, pubblicato in mattinata, l’Assessore, probabilmente senza rendersene conto,
ricade nello stesso errore, ossia quello di essere allo stesso tempo parte amministrativa, per delega e non elettiva, e parte a “sostegno” dell’affidataria della gestione della quale, per sua stessa
comunicazione, il padre era il progettista. Nel comunicato appare, di fatto, preoccuparsi di sostenerepiù il privato che l’ente pubblico per il quale ricopre la carica assessorile. Buona parte del suointervento è dedicato alla presentazione a difesa e sostegno del progetto, della concessionaria e della“variante in corso d’opera”, senza minimamente porsi il problema se l’iter seguito e da seguire sia stato e sarà quello corretto, a norma di legge. Forse rileggendosi potrà cogliere nel proprio scritto la differenza tra ciò che è opportuno o inopportuno quando si ricoprono cariche come la sua che, anche in questo ci tocca correggerla, non è elettiva bensì nominativa.
Il terzo aspetto, quello politico, sta sia nelle dichiarazioni del sindaco, sia nel silenzio della
maggioranza a Palazzo Gallone, ma anche e soprattutto nella chiusa a termine del suo commento.
L’Assessore Ruberto ha assunto, tramite nomina del Sindaco Antonio De Donno, un incarico
amministrativo-politico, non giuridico, non di parte. Ogni amministratore comunale è tenuto a
rappresentare sempre e ovunque gli interessi della collettività. Pertanto per il ruolo che svolge non
può e non deve minimamente pensare di azzittire il dissenso, o le semplici perplessità, minacciando
mezzo stampa querele a destra e a manca. Nessuno di noi, ripeto nessuno, le ha mancato di rispetto
sul piano personale, umano e professionale. A mancare di rispetto, paradossalmente, è stata proprio lei, avendo la pretesa con il suo comunicato stampa di poter ancora una volta essere, attraverso le sue dichiarazioni, allo stesso tempo rappresentante dell’interesse pubblico e di quello privato.