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TRICASE. LA CRISI AMMINISTRATIVA E LA S.S. 275

di Giovanni Carità

TRICASE – Oramai sono trascorsi otto giorni dalla consegna delle dimissioni del Sindaco di Tricase. In questi otto giorni la politica è scomparsa. Chi ricopre incarichi in seno ai partiti non ha avuto neanche il buonsenso di convocare gli iscritti per discutere quanto accade. Chi questi incarichi li ricopre ai piani più alti non sente il dovere di interessarsi delle sorti politico-amministrative di una città come Tricase. Regna il silenzio e per certi versi anche l’omertà.

Ancora la città non ha avuto la possibilità di partecipare ad un pubblico dibattito per capire cosa accade. Quando si parla poco, o non si parla affatto, significa che le sorti di una città di decidono altrove oppure tra pochi eletti (non in senso elettorale).

Questa crisi amministrativa è certamente frutto della non politica e del trasformismo, tuttavia questa non è la sede per dibattere di tematiche che travalicano i confini comunali. Ciò che invece mi preme evidenziare, per esserne stato da sempre un attento osservatore, è la questione SS275 e l’eventuale evoluzione nel caso in cui il Comune di Tricase venisse commissariato.

Le varie amministrazioni comunali tricasine hanno sempre, con modi e tempi diversi, cercato di preservare il territorio comunale dal devastante quanto inutile impatto di un passaggio della Strada Statale 275 da Tricase.

Anche l’attuale amministrazione comunale, guidata dall’Avv. Carlo Chiuri, ha deliberato quasi all’unanimità la netta contrarietà al passaggio della strada tra Tricase e Lucugnano, proponendo come alternativa la meno costosa e impattante soluzione ad est, nota come “soluzione Cosimina”.

Anche gli attuali assessori provinciali Federica Esposito e Nunzio Dell’Abate hanno votato a favore della soluzione est schierandosi contro la soluzione ovest. Questa loro posizione non trova però corrispondenza negli atti della Provincia, anzi la Giunta da loro presieduta pare remare contro la loro stessa posizione.

Saranno pur paladini di Tricase ma in politica contano i fatti, le carte, di cui al momento non se ne ha riscontro.

Le pressioni sulla SS275 sono continue e i sostenitori del cemento potrebbero tornare alla carica in vista delle nuove elezioni regionali e magari sfruttare il vuoto politico-amministrativo causato dal commissariamento di Palazzo Gallone.

Per questo pericolo e per altre criticità il sindaco in primis e poi tutti gli altri amministratori comunali dovrebbero spiegare alla città quanto sta accadendo o non accadendo. Il silenzio non è mai a favore dei cittadini ma dei pochi addetti ai lavori.

 

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