TRICASE – Non tarda ad arrivare la reazione dell’opposizione dopo la delibera che concede per il prossimo venerdì 3 giugno l’utilizzo di Piazza Pisanelli e parte del centro storico per la cerimonia di un matrimonio.
Giovanni Carità, capogruppo di “Tricase, Che Fare” dichiara: “il sindaco Antonio De Donno e la sua giunta, adottando la deliberazione in questione, hanno creato un grave precedente“.

Carità prosegue: “Nella normalità e nel rispetto delle regole l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico viene rilascia dal dirigente, dal funzionario o dall’ufficio preposto. In questo caso particolare si è fatto ricorso a una deliberazione di giunta, atto deliberativo che è la prova provata di una forzatura“.
E ancora: “Il sindaco, a specifica domanda, risponde che per altre richieste si valuterà caso per caso. Non mi meraviglia la sua risposta. Il sindaco si dimostra ancora una volta forte con i deboli e debole con i forti.
La domanda chiave è: se questa richiesta fosse arrivata dal cittadino comune? Dal popolo?
Ho condotto un’intera campagna elettorale avvisando i miei concittadini del rischio serio che Tricase stava correndo, ossia una serie di privatizzazioni del bene pubblico celate dalla retorica del “ritorno di immagine”.
Carità conclude: “Il signor sindaco dovrebbe dirci cosa ha portato e cosa porta nelle tasche dei tricasini questa svendita del territorio, dei beni comunali e, dal 3 giugno, anche della dignità di una città e dei suoi cittadini“.

Critiche anche da parte dell’ex consigliere di maggioranza Armando Ciardo: “Come consigliere avrei auspicato una maggiore attenzione e considerazione ai beni architettonici della città. Piazza Pisanelli è dei cittadini, dei ragazzi, degli adulti che si ritrovano a fare due chiacchere, dei commercianti e della gente che ammira la sua singolare bellezza.
“Personelmente sono indignato dalla delibera che accorda il suo utilizzo per un evento privato solo per un presunto ritorno di immagine. Quello che ci rimane è sperare che si parli della nostra città…. e mi auguro in bene“.