TRICASE PORTO – Una ordinanza e una data che dovrebbero rimanere impresse a tutta la cittadinanza di Tricase e a tutti gli avventori di Tricase Porto, cosi’ come il nome del sindaco che l’ha firmata, Carlo Chiuri al quale va dato atto di non aver mai mollato la presa affinche’ venisse mantenuto l’impegno.
Parliamo dell’ordinanza numero 264 datata 15 dicembre 2018, con la quale il Sindaco di Tricase Avv. Carlo Chiuri ordina ai proprietari dell’immobile sito in Tricase, alla località Tricase Porto, Via Vittorio Bottego s.n.c., meglio conosciuto come “ECOMOSTRO DI TRICASE PORTO” o “Villa degli Oleandri” di procedere, contestualmente, alla demolizione dell’intero stabile, stante la concretezza e l’imminenza del grave pericolo per la pubblica incolumità.
Ordina inoltre di procedere ad interdire l’accesso all’intera area di sedime e di pertinenza dell’immobile, predisponendo opportuni accorgimenti che impediscano fisicamente l’accesso all’area, nonché di segnalare, con idonea cartellonistica, che la zona può essere interessata da pericoli di crollo entro e non oltre gg 30 dalla comunicazione del presente atto.
Qualora i summenzionati proprietari non daranno attuazione alla stessa entro il termine stabilito, le opere di demolizione e messa insicurezza dell’area verranno effettuate dal Comune di Tricase, senza ulteriore comunicazione ai proprietari medesimi, ponendo a carico degli stessi ognispesa inerente e susseguente all’intervento.
Gli Uffici comunali provvederanno, invece, in caso di mancata ottemperanza, all’inoltro alla Procura della Repubblica di Lecce di specifica notizia di reato ai sensi dell’articolo 650 del Codice Penale a carico degli inadempienti.
Eventuali danni a persone e cose, derivanti dal mancato rispetto del presente provvedimento, saranno a carico dei destinatari del presente atto che ne risponderanno in via civile, penale ed amministrativa.
Avverso il presente provvedimento, ai sensi dell’art. 3 della Legge n. 241/1990, può essere proposto, entro 60 giorni, ricorso al T.A.R. Puglia – Sezione Distaccata di Lecce, ai sensi del D. Lgs. 104/2010, ovvero, in alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, da proporre entro 120 giorni dalla pubblicazione e/o notificazione, ai sensi del D.P.R. n. 1199/1971;
A sostegno dell’ordinanza c’e’ la relazione a firma del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce, con la quale veniva rappresentato, con riferimento all’immobile in questione,“… lo sfondellamento di ampi tratti di solaio in tante stanze, travi e pilastri privati ovunque del copri ferro e assottigliati nelle sezioni resistenti, ferri di armatura ossidati e ridotti ovunque rispetto alla sezione originaria …” con una concreta minaccia per la pubblica e privata incolumità, potendosi verificare in qualsiasi momento cedimenti e/o crolli parziali dell’edificio.
L’ordinanza odierna segue la numero 167 del 29/08/2017 con la quale si ordinava ai proprietari dell’immobile di procedere alla sistemazione della recinzione della struttura in maniera da non rendere agevolmente frequentabile l’area esterna circostante la stessa,di predisporre una opportuna custodia dello stesso immobile apponendo impedimenti fisici all’accesso agli ambienti interni, nonché di segnalare, con idonea cartellonistica, che l’area interna può essere interessata da pericoli di crollo. Lavori iniziati nell’ottobre del 2017 (Leggi qui)
Se tutto dovesse andare per il verso giusto, salvo eventuali ricorsi al Tar con i quali sara’ comunque difficilissimo dimostrare ancora che, non sussistono pericoli per la sicurezza, l’igiene e la salute pubblica, per l’ecomostro di Tricase Porto i giorni sono davvero contati.
Si potrebbe affermare che non tutti i mali vengono per nuocere. Il tifone abbattutosi su Tricase Porto e Marina Serra ha probabilmente dato dato una grossa mano affinchè finalmente venga ripristinata la bellezza. E’ un po’ come se la natura nel suo disegno distruttivo avesse preso il sopravvento ripristinando lo stato dei luoghi e la sua armonia.
Villa Sauli fu costruita negli anni 60, ricostruiamo qui la cronistoria grazie al gruppo Abbattiamo l’ecomostro di Tricase Porto nato da una iniziativa di Alfredo De Giuseppe nell’agosto del 2015 a sostegno della causa. Come potrete vedere la costruzione della Villa, dapprima destinata ad albergo ristorante fu regolarmente autorizzata dal Comune di Tricase, da qui le enormi difficolta’ nel procedere al suo abbattimento.
E’ la fotografia di come veniva intesa la cosa pubblica negli anni 60 che ancora stiamo pagando.
Il 10 marzo 1962 il proprietario del terreno, prof. Alessandro Sauli, scrive al Sindaco di Tricase, per ricordargli “l’inopportunità del vincolo posto dal Piano sulla parte a mare, rispetto alla strada, della punta che chiude il Porto a settentrione. Tale promontorio è infatti il centro visuale di tutto l’arco paesistico nel quale è racchiusa la Marina di Tricase, e quindi è della massima importanza che venga opportunamente sistemato con qualche costruzione rispettosa dei valori ambientali, immersa nel verde”
**L’8 maggio del 1962 lo stesso presenta istanza al Sindaco, ricordandogli “che la domanda precedentemente presentata, senza progetto, si riferisce ad una eventuale costruzione per Albergo-Ristorante e serve a rendere più accogliente per i forestieri e i villeggianti la nostra marina, senza dire che consentirà ai numerosi turisti in transito di trovare un moderno alloggio ed ogni conforto. Il progetto che il sottoscritto presenterà al più presto, sono certo che incontrerà l’incondizionato appoggio di lei e di quanti hanno a cuore l’incremento e la valorizzazione della nostra marina, senza dire che la zona su cui dovrà sorgere tale costruzione sarà definitivamente sistemata ed abbellita, mentre ora giace inutilizzata”;
Il 26 marzo 1963 viene presentato il progetto a firma dell’ing. Giovanni Sodero;
Il 9 maggio 1963, di fronte a qualche evidente presa di posizione della Commissione Edilizia, l’avv. Luigi Puzzovio, per conto del proprietario scrive al Comune di Tricase “che un responsabile parere sulla conciliabilità della costruzione con la tutela del patrimonio naturale può essere espresso dalla Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania, alla quale Lei potrà rivolgersi ai sensi della legge n. 1497 del 1939”;
La stessa Soprintendenza in data 10 giugno 1963 Autorizza di fatto la costruzione pur con alcune prescrizioni;
Il 6 luglio 1963 l’Ispettore Onorario per le opere di Antichità e di Arte dei Comuni di Tricase e Andrano, prof. Salvatore Cassati si scaglia contro la decisione della Soprintendenza, si dimette dall’incarico, ricostruendo i fatti e concludendo senza giri di parole che “ tutto lascia supporre il clima di pressioni e di interferenze esistente, clima che nel caso specifico, ben si conosce in Tricase per una lunga storia che risale a vecchi e recenti rapporti poco simpatici del Sauli col Demanio, con l’Amministrazione Provinciale e l’E.P.T. di Lecce”;
In data 6 agosto 1963 la Commissione Edilizia ricostruiva tutta la vicenda, sposando in toto la visione di salvatore Cassati, ma rilasciando Parere favorevole alla Concessione edilizia;
Il giorno dopo, in data 7 agosto 1963 viene rilasciato dal Sindaco Cosimo Piccinni autorizzazione “Nulla Osta per Esecuzione Lavori Edili” per la realizzazione sulla Litoranea Tricase- Castro di un Albergo- Ristorante ;con le seguenti prescrizioni: A) che l’arretramento minimo dalla via Provinciale sia di 10 metri; B) che sia rigorosamente rispettato il progetto presentato; C) che sia, negli spazi contigui, adorna a verde, dando una buona caratteristica panoramica; D) che non è consentito in futuro alcuna sopraelevazione o estensione del fabbricato; E) che al costruzione venga adibita esclusivamente a Albergo Ristorante, aderendo pienamente al nulla osta della soprintendenza”;
Stranamente in data 28/11/1963 la prima prescrizione viene già modificata e si concede la possibilità di costruire a metri 9 anziché 10 dalla strada provinciale;
In data 1 agosto 1967, a costruzione ultimata, il Sauli “Chiede il certificato di abitabilità in quanto, per ora, il sottoscritto intende adibire la costruzione ad uso abitazione”;
Il giorno 2 agosto 1967 l’ing. Antonio Scarascia rilascia Certificato di Collaudo e Prova di carico, dentro il quale comunque rileva che non sono state realizzate due stanze da letto e che sotto il locale di soggiorno è stato ricavato uno spiazzo coperto non previsto;in data 24 febbraio 1969, irritualmente, il Prefetto di Lecce “concede ai sensi della legge 2229 del 1939, licenza d’uso per il fabbricato di nuova costruzione, destinato a civile abitazione”;
In data 11 aprile 1969 il Sindaco Giuseppe Codacci Pisanelli, smentendo almeno in parte il Prefetto De Carlo, Autorizza l’abitabilità del fabbricato per tutti gli usi di legge ed a condizione che sia adibito a piccolo albergo-ristorante.
** Fonte ricostruzione e foto: Abbattiamo l’ecomostro di Tricase Porto
Foto articolo: Alfredo De Giuseppe