Ambiente, Rifiuti, Tricase

TRICASE, RIPULITA L’ANTICA STRADA ROMANA “TRAIANA CALABRA”

TRICASE –  Bellissima azione congiunta e splendido esempio di collaborazione di tre associazioni del territorioClean Up Tricase,  Gruppo MTB Tricase e dintorni La Culonna Tutino.

Le associazioni supportate da SME GROUP si sono date appuntamento domenica scorsa nell’antico tratturo della strada romana “Traiana Calabra” per ripulirlo dai rovi e dai rifiuti che con il passare degli anni si erano accumulati.

Il Tratturo, che e’ vicino al nuovo campo sportivo ed al circolo tennis di Tricase, e’ stato riportato allo splendore che merita e torna finalmente percorribile.

Sono stati recuperati rifiuti di ogni genere: due televisori, sedie di plastica, bottiglie in plastica, tantissimo vetro, 4 pneumatici, batterie, materiale inerte di natura elettrica, ferrosa e legnosa e, grazie al prezioso e gratuito intervento di Sme Group si e’ provveduto a bonificare tutto l’amianto che da anni stazionava lungo il tragitto.

         

Di seguito pubblichiamo la ricerca di Roberto Baglivo per capire l’importanza storica che ha L’antica strada romana “Traiana Calabra”.

UNA STRADA ROMANA A TUTINO

In prossimità del nuovo campo sportivo di Tricase, sottoposta un paio di metri rispetto all’attuale piano stradale, esiste una stradina ormai completamente invasa da rovi e rifiuti di ogni genere. Potrebbe essere un banale viottolo di campagna, se non fosse per la posizione in cui si trova e per la denominazione con cui viene designata nel linguaggio dialettale. Associando questi due elementi con quelli del territorio circostante e con le notizie tratte dai documenti antichi, è possibile giungere alla conclusione che questa stradina meriterebbe ben altra considerazione.

Quando non esistevano ancora le strade provinciali e statali, il percorso che bisognava seguire per raggiungere i casali del capo di Leuca, passava proprio per Tutino. Superato l’abitato, tramite questa strada era possibile “prendere” diverse altre vie per raggiungere: la masseria Petri, Grassano (dov’è oggi la chiesa di santa Fumia), Lucugnano e la vicina Sant’Eufemia. Proseguendo il corso principale per circa un chilometro e mezzo, raggiunto il fondo “mustazza” (dov’è il boschetto di proprietà Martella), si proseguiva: a destra, per Lucugnano (percorso di poco più lungo, ma carrabile in periodo invernale); dritto, per Specchia; a sinistra (verso la cripta del Gonfalone), per Alessano Montesardo, Leuca, ecc.; nella stessa direzione, per Tiggiano e Corsano.

Documenti del ‘600 e del ‘700 attestano l’esistenza in Tutino di una casa della sosta e di un ospedale, situati in prossimità della chiesa. Nel libro dei morti della parrocchiale, alcune annotazioni riguardano forestieri in transito.

La strada in questione prosegue in direzione nord, verso Depressa. Dopo una cinquantina di metri, proprio dove si trova la nicchia della Madonna di Leuca, anni fa, nella fase di scavo per la costruzione di abitazioni, vennero alla luce i resti di un piccolo insediamento di epoca romana. Collegando questa scoperta con l’esistenza della via Traiana risalente al 117 d.C. e con la posizione di Tutino, situato sulla traiettoria tra Vaste e

Vereto, risulta possibile ipotizzare che la strada in questione sia proprio un tratto della Traiana-Calabra. Sostenibile appare anche l’ipotesi che questa strada esistesse già molto tempo prima, se si considera che i Romani ripresero e rafforzarono l’antica viabilità messapica e che a poche decine di metri dal sito romano, sulla stesso percorso, esiste un menhir.

Passiamo alla denominazione. Il tratto di strada che ha inizio dietro la chiesa parrocchiale e che prosegue verso sud, viene comunemente chiamato “via dè zicche”. Sullo stesso, esisteva un terreno denominato “zicchene”, su cui oggi sorge il nuovo campo sportivo comunale. Proprio questo fondo, riportato nel 1753 in un inventario della proprietà immobiliare del principe Gallone di Tricase con il nome di “ziccavie”, ha consentito d’individuare il significato più appropriato del termine dialettale “zicche”.

Questa strada fu così chiamata perché consentiva di raggiungere tutte le altre vie di comunicazione proiettate verso i centri abitati del capo di Leuca. Per contro, risalendo verso il capo d’Otranto, o comunque verso nord, tutte le strade convergevano nella stessa direzione, per diventare una sola a Tutino. Sviluppando questa tesi, appare logico riformulare in questo senso l’etimologia di Tutino (toti in unum). L’Arditi (La corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, 1879-1885) ed il Raeli (Aneddoti di storia tricasina, 1981) invece individuano il significato di “toti in unum” (tutti per uno) nella concordia e nella compattezza degli abitanti, senza però preoccuparsi di riscontrare queste caratteristiche nei documenti o nella tradizione popolare.

Via delle “zicche” non è perciò una semplice strada di campagna, per giunta impraticabile. Si commetterebbe un’azione sconsiderata se si procedesse a distruggerla o ad interrarla nel corso dell’inevitabile lottizzazione della zona circostante. Andrebbe invece ripulita e lasciata così com’è, con i muretti a secco. Potrebbe rimanere una semplice strada pedonale di collegamento tra il vecchio e il nuovo campo sportivo. Negli incontri di calcio più importanti, consentirebbe di utilizzare le aree di parcheggio del vecchio campo. Agli sportivi non dispiacerà certo percorrere un centinaio di metri a piedi.

Tricase lì, 29 agosto 2001 Roberto Baglivo

 

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