d 80 FR GP — Global Petroleum, 745kmq
In fieri
d 81 FR GP — Global Petroleum, 750kmq
In fieri
d 82 FR GP — Global Petroleum, 746kmq
In fieri
d 83 FR GP — Global Petroleum, 746kmq
In fieri
Come sempre, e’ tuttapposto, lieve, trascurabile. Ad approvare tutto un Decreto del Ministero dell’Ambiente, assieme al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dicono:
— A dodici miglia c’e’ una Zona Speciale Protetta, detta “Alto Ionio Cosentino” — e non ci saranno effetti negativi.
— La regione Puglia e Basilicata hanno espresso parere negativo. Ma che importa, approvano lo stesso!
— Devono fare il tutto fuori dal periodo di deposito delle uova, riproduzione e reclutamento delle principali specie ittiche commerciali. Tradotto: lo sanno anche loro che questo puo’ incidere sulla pesca ma che importa!
— Portrebbero esserci varie campagne in parallelo, della Shell e di altre ditte petrolifere, e quindi e’ bene coordinare con l’ISPRA in modo che le varie operazioni non si sovrappongano. Ma… quante ditte diverse ci vogliono?
— Si devono portare appresso gli “osservatori marini”, “team leader” con corriculum approvato. Devono scrivere un rapporto in italiano e un sacco di altre prescizioni che fanno ridere. Eh si!
Ma la cosa piu’ assurda che in tutte queste labirintine prescrizioni, non viene stabilita la potenza massima utlizzabile. Certo, nessuno lo sapra’ cosa fanno in mare aperto, ma almeno a dire: oltre X non puoi andare. No. Dicono solo che si deve usare “la minor potenza acustica necessaria”. Cioe’ sparate quanto piu’ potete basta che e’, secondo voi, necessario.
Tutto questo non e’ firmato da un ministero del petrolio. E’ firmato dal ministero dell’ambiente e da quello del turismo. Che evidentemente non sanno niente ne di ambiente ne di turismo, altrimenti il mare lo proteggerebbero invece che darlo in pasto alla Shell. E nota che lo scopo della Shell, alla fine, e’ di trivellare e di far soldi, non certo di conoscere la geologia del mare Ionio. A quelli, seduti nelle sedie comode di Rotterdam e di Londra, non gliene puo’ importare un fico secco del mar Ionio.
La mia domanda e’ la stessa che feci a D’Alfonso per l’Abruzzo. Il gran salvatore della patria Marcello Pittella, che in teoria dice no alle trivelle in mare, che e’ il capofila delle regioni refendarie, cosa fara’ adesso?